Studio SIAPeC
La SIAPeC ha promosso con il coordinamento del Gruppo di Studio SIAPeC di Patologia Molecolare e Medicina Predittiva uno studio osservazionale retrospettivo sulla prevalenza di alterazioni molecolari rare suscettibili di trattamenti agnostici (instabilità microsatellitare, riarrangiamenti dei geni NTRK, ALK1, ROS1, mutazioni del gene BRAF) in pazienti giovani affetti da tumori solidi maligni,
Lo Studio pilota denominato “Progetto Vita” – primo a livello internazionale che coinvolge i principali centri di riferimento di Anatomia Patologica distribuiti sul territorio nazionale – intende evidenziare le mutazioni rare nel Dna, e in particolare quelle la cui frequenza è maggiore nei pazienti con meno di 50 anni, infatti circa 10 mila pazienti ogni anno in Italia potrebbero essere trattati con farmaci anti-tumorali innovativi e molto efficaci perché affetti da alterazioni del Dna (mutazioni) rare e suscettibili di trattamenti. Tuttavia, queste mutazioni interessano numerose forme e, in ciascuna di queste, hanno una prevalenza estremamente bassa, in genere inferiore al 5%. La difficoltà è scoprire le rare mutazioni distribuite in modo apparentemente casuale nelle diverse forme tumorali. Per poter identificare questi casi e permettere a ciascun paziente positivo di essere opportunamente trattato, sarebbe necessaria l’analisi di tutti i tumori maligni con tecnologie ad alta processività, con costi e tempi di esecuzione dei test proibitivi.
Le nuove frontiere scientifiche prevedono tecnologie e conoscenze sempre più sofisticate in numerosi settori d’indagine. In particolare, l’analisi del Dna mediante sequenziamento massivo parallelo e del proteoma mediante immunoistochimica multiplex sta diventando attività fondamentale per iniziare i trattamenti oncologici e monitorare il percorso del paziente durante la terapia.
Lo Studio pilota al momento svolto su circa 12.000 pazienti, intende validare una strategia di appropriatezza diagnostica – da applicare per la prima volta in Italia – che permetterebbe di ridurre di molto le tempistiche ed i costi d’analisi. Endpoint primario dello Studio è la diagnosi, il più precoce possibile, di queste particolari mutazioni per migliorare l’indice terapeutico, le condizioni di vita e la sopravvivenza dei pazienti, nonché per un’allocazione e ottimizzazione delle risorse, razionalizzazione della spesa pubblica che potranno tradursi in una politica sanitaria responsabile e sostenibile.
La nuova strategia diagnostica -che intende validare la SiAPeC – prevede l’allestimento, da parte del Patologo, di particolari supporti con campioni multipli (decine o centinaia) provenienti diversi tumori, ordinati spazialmente e quindi facilmente riconducibili ai rispettivi pazienti, definiti Tissue Micro Array (TMA). Su questi supporti, così prodotti, possono essere espletate contemporaneamente numerose analisi immunofenotipiche o molecolari rendendo i testi più vantaggiosi dal punto di vista economico.
Questo approccio diagnostico deve essere considerato come una possibilità di screening rapido di molti tumori. I rari casi risultati positivi allo screening saranno quindi sottoposti a metodiche di conferma, incluse analisi genomiche ad alta processività.
Recentemente si è compreso che alcuni trattamenti a bersaglio molecolare funzionano indipendentemente dalla sede e dal tipo di tumore, purché siano presenti particolari alterazioni molecolari. Si parla di trattamenti agnostici in quanto non dipendono dai parametri morfologici. Questi trattamenti, per il momento con applicazioni limitate, si stanno rapidamente diffondendo. La possibilità di avere a disposizione numerosi altri mezzi d’indagine sul tessuto e sulle cellule permetterà al Patologo di svolgere una corretta diagnosi anche in queste particolari situazioni.
Senza la figura del Patologo non è concepibile una medicina di precisione di questa tipologia. Il Patologo ha il compito gravoso e complesso di individuare i bersagli da colpire e di inserirli nel contesto clinico-patologico dei percorsi diagnostico terapeutici (PDTA). Non vi sono altre figure che possono sostituirlo in questa attività.
Di ciò la Società Italiana di Anatomia Patologica e Citolopatologia “SIAPeC” è consapevole ed è impegnata quotidianamente in battaglie per dare un nome e un cognome alle diverse forme tumorali e per definire come poterle trattare.
Prof.ssa Anna Sapino
Presidente SIAPeC